Nuvole di marmo
di Marco Custodero
Il volume presenta un racconto decisamente
particolare, sia per la trama, sia per i modi della narrazione. La vicenda è
ambientata nell'Oltrepò Pavese. In particolare in quel “piccolo” Oltrepò che si
sorregge su di una realtà contadina, legata alla coltivazione della vite, ai
campi, alla chiesa -anch'essa piccola- di un paese, di un gruppo persone che
fanno una comunità. La solo apparente, serena stasi è percossa dagli eventi. Ma
anche già la tipologia dei personaggi fa emergere una straordinaria capacità
narrativa: gente semplice, legata alla realtà, che si muove in una atmosfera
divisa tra il sogno e il vero. Quasi ci si trovasse in una dimensione tra due mondi,
spesso al di là del tempo. Forse è colpa di Luigi, un figlio tossicodipendente,
che scompare. O forse di persone come quella donna vecchissima che “parlava con
misurata lentezza, come se avesse il cuore in giorni ed eventi lontani”. Per
non dire poi di Martino che, sacrestano di una chiesa che non c'è più, si
prende cura di un criceto. Non ultimi, hanno un valore aggiunto i genitori di
Luigi, le cui figure si stagliano, decise e delicate, all'interno delle
vicende. Tutti questi personaggi, diversi e distanti, hanno però un
denominatore comune fortissimo: la voce del proprio “io”. E' una voce che
diventa ora musica, ora rumore e viceversa. Lontano dell'essere un mero
racconto psicologico, questo volume offre un trama ricca di eventi che portano
a un finale inaspettato e, soprattutto, da intendere. In questa affascinante
ambientazione, di cui spesso la natura è voce narrante e viva, a volte sembra
che tutto possa accadere. Balla la fata, balla la strega; qualcuno, nel freddo
silenzio della solitudine, brucia i suoi sogni per scaldarsi un po'.
L'atmosfera rarefatta assume anche toni lirici non indifferenti attestati, ad
esempio, dalle parole, buone e croccanti di umile semplicità, di un padre che
si rivolge a Dio per la salvezza del figlio. Che bella poesia, la preghiera di
un uomo che soffre! Colonna sonora, curiosa ed efficace, di tutto il testo,
sono certi versi poetici che, di tanto in tanto, musicano i capitoli. Quasi
fossero una chiave di lettura. In questo teatro, dalle scenografie colorate con
tinte lontane e vicine, soffuse e forti, si svolge la storia di chi, catturando
mosche, liberò farfalle. Autore di questo volume è Marco Custodero. Nato nel 1958 e laureatosi in
ingegneria elettronica, è prematuramente scomparso il 26 aprile 2009. La
Biblioteca di Montalto Pavese, paese in cui viveva e che amava, gli ha dedicato
un concorso letterario di narrativa per opere inedite ottenendo una risonanza a
livello nazionale. Custodero è già stato presente in questa rubrica con il
romanzo “Le foglie”.
“Nuvole di marmo”, di M. Custodero,
Ed. Nuovi Autori
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