Danni
collaterali
di Enzo Alfretti
Certi uomini
durante e dopo la guerra vivono come hanno combattuto: con il coltello tra i
denti. Così accade a Vladimir, protagonista di questo bel libro. Della guerra
in Serbia si porta dietro le ferite ricevute e quelle inflitte, il rumore degli
spari e una sorta di nebbia invisibile e invalicabile che lo avvolge
completamente, isolandolo del tutto da ogni pietà. Calcolatore, perfezionista,
spietatamente padrone delle sue emozioni, programma anche il più piccolo
dettaglio di ciò che deve o vuole fare. Sia per il suo lavoro, sia per un
delitto. Vladimir ha tutte le carte in regola per essere l’artefice di un
delitto perfetto. “Basta non fare errori”, si ripete, quasi mostrando a se
stesso la consapevolezza di possedere un’intelligenza superiore e un coraggio
refrattario alla compassione. Così, dalla Serbia all’Italia, le vicende si
propongono al lettore in maniera incalzante, sbalordendo ogni poco. Le
situazioni inaspettate, ma calcolate dall’autore e incastonate nel posto giusto
della narrazione, sono la caratteristica che rende queste pagine avvincenti,
facendole scorrere veloci e piacevoli.
Attorno a
Vladimir si muovono due mondi: quello tutto suo, mosso solo da lui e da lui
solo dominato, e quello degli altri. Quando queste due realtà si scontrano ne
scaturisce una lotta che, quasi sempre, vede il protagonista come vincitore. Al
contrario di tanti grandi uomini storici, uno per tutti Giulio Cesare, non
perdona i suoi nemici. Li condanna ed esegue lui stesso la pena. Viene da fare una
riflessione amara e dissacrante: uomo senza nemici, significa sempre uomo
buono?
La storia si dipana,
tra imprevisti e colpi di scena, con i classici elementi del romanzi giallo.
Questi ultimi però escono dai soliti schemi, per essere plasmati a misura del
protagonista, come il finale, decisamente insolito e singolare.
La prosa,
scorrevole e incalzante, è ricca di dialoghi ben orchestrati che danno
plasticità alla narrazione e permettendo di “vedere” ciò che si legge. Perché a
volte poche battute possono essere più chiare della più dettagliata
descrizione.
A nostro avviso,
ciò che resta più impresso in questo romanzo, oltre certamente alla storia del
protagonista, è la perenne sensazione di un silenzio incombente che penetra
nelle ossa e nel cuore dei personaggi. A volte si lascia lenire dai colori
della vita, a volte li respinge. Se questo silenzio, intermittente o eterno,
sia portato dalla guerra o dalla vita, lasciamo decidere al lettore.
Autore di questo
bel romanzo è Enzo Alfretti. Nato a
Zavattarello, insegnante elementare, è già stato presente in questa rubrica con
il libro “Côs”.
“Danni
collaterali” di Enzo Alfretti, MA.RO Edizioni.
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