Fantasma
d’amore
di Mino Milani
Solo Pavia
poteva essere il più adatto palcoscenico si questo romanzo. E tutto il libro è
proprio la voce della nostra città che, attraverso se stessa, narra una
bellissima storia di amore e di mistero. O forse del mistero dell’amore. E’
sicuramente capitato a tutti i pavesi di sorprendersi improvvisamente davanti a
qualcuno che sbuca da una nebbia così fitta che sembra fissarti, quasi porta
che si apre su altre dimensioni, su altri mondi, su altri tempi. Ed è la stessa
nebbia che, quando lo ritiene, entra in scena per partecipare, coi suoi silenzi
e coi suoi sguardi, alla narrazione. Avvolge, o meglio abbraccia, anche le
anime dei protagonisti, Nino e Anna. Il loro incontro, come la nebbia, annulla
il tempo, rende più vicine le cose lontane e spinge a correre, senza alcuna
fatica, verso il sentimento. Nino forse non sapeva quanto fosse facile farlo.
Poi gli è bastato prendere un autobus in normale mattina, in un normale giorno
di lavoro per vedere l’inizio di una storia straordinaria e inspiegabile grazie
a un incrocio di occhi. “Sono Anna” aveva detto al telefono. E Nino la
riconosce subito, dopo tanti anni, e tanti eventi precipitati nelle loro
diverse vite. La riconosce subito perché non l’aveva mai dimenticata. Il suo
grande e bellissimo amore giovanile aveva sempre albergato in lui, quasi in
segreto, senza rumori. Ora invece aveva deciso si spalancare la finestra e di
farsi sentire con tutta la sua voce, come una volta. Nino, affermato
commercialista della Pavia-bene e prigioniero delle sue torri eburnee, colme
sempre delle stesse, ripetute, pesanti comodità, incontra Anna. Forse per
gustare, ancora una volta, una giovane e serena fetta di vita, forse perché
spinto da un amore non ancora tramontato, il cui pensiero riesce a colorare i
giorni e la nebbia. Anche il Ticino li ascolta mentre parlano sul “barcé”. Li
culla. E chiama la nebbia perché, calda coperta dei sogni più belli, li avvolga
per lasciarli lontano dal mondo. Poi tutto cade. Anna risulta morta da tre
anni. Eppure l’aveva vista, le aveva parlato, l’aveva baciata. Ed era stato
bello. Era stato vero. E poi lui l’aveva vista morire, caduta dalla barca. Non
poteva essere già morta. Eppure… Nella ricerca di una verità che cammina a
braccetto con l’irreale, Nino si imbatte in strani, affascinanti personaggi che
diventano tasselli preziosi e discreti di un variegato raccontare. Anche un
omicidio trova posto, personaggio inatteso e ben incastonato, nella narrazione.
Attorno all’intreccio, accattivante e coinvolgente, ruotano particolarissime
situazioni descritte con pennellate ora leggere, ora crude a formare non pagine
scritte, ma quadri. Alcuni da osservare da lontano, altri da vicino. E così
anche i paesaggi regalano una voce che varia con estrema plasticità, con i suoi
“piano” e i suoi “forte”, quasi strumento solista che, solo quando occorre, è
accompagnato da tutta un’orchestra. Tutta la storia è scritta con una prosa
piana, calma nel narrare un fatto, un sentimento, un’anima. È una prosa limpida
ed elegante, raffinata, non ricercata, capace di prendere per mano il lettore e
di portarlo là, davanti a Nino e Anna. Per vederli, per ascoltarli. Per
accarezzare il delicato fantasma di un amore grande. Autore di questo
bellissimo volume è Mino Milani.
Riteniamo decisamente superfluo fornire sue notizie perché da tutti è tanto
conosciuto quanto apprezzato. Ci permettiamo solo di sottolineare la sua
ecletticità: romanziere, saggista, autore di fumetti e di racconti per ragazzi,
ha sempre coniugato la sua abilità di scrittore con la sua anima legata a
Pavia. Ecco perché l’inchiostro che cola dalla sua penna è davvero capace di
scrivere tante e tante cose. E tutte impreziosite con la sottile sfumatura di
quel bellissimo e inconfondibile accento pavese.
“Fantasmad’amore” di Mino Milani, Guardamagna Editori in Varzi
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