Lettere
dal fronte di soldati lombardi
di Paola Chiesa
Questo libro è
un raccolta di 150 lettere spedite dai soldati che si trovavano al fronte
durante la seconda Guerra mondiale. Certamente va segnalato subito il prezioso
valore storico di quest’opera che permette di vedere le cose anche con gli
occhi di chi le ha attraversate, sofferte e, qualche volta, sopravvissute. Gli
scritti non sono proposti cronologicamente dalla data più lontana a quella più
vicina, ma seguendo l’ordine alfabetico degli autori, proprio per porre al
centro dell’attenzione l’uomo, vero perno di queste pagine. I riferimenti
storici e geografici, chiaramente riconducibili agli eventi che hanno
caratterizzato il conflitto, sono espressi con grande precisione. Ciò deriva
dalla attenta e puntuale organizzazione del materiale recuperato, ma anche
dall’indiscussa efficacia della “testimonianza diretta”. Chi, infatti, potrebbe
spiegare una certa storia meglio di quanti l’hanno vista passare sulla propria
pelle? Nella guerra al fronte, i soldati devono combattere due volte: una
contro il nemico, l’altra contro la vita che, un giorno, li ha catapultati tra
il fango e le pallottole lasciando loro solo una divisa e il maledetto e
benedetto ricordo del profumo di casa. Ecco allora che scrivere alla propria
famiglia non significa solo chiedere notizie o assicurare che, almeno quel
giorno, si era ancora vivi. Ogni lettera assume un valore ben più importante,
quasi un compito preciso, quello di portare al fronte un po’ di mondo che ogni
soldato ha lasciato. Il bisogno dei militari di scrivere e di leggere lettere
quotidiane coincide certamente con il bisogno di ricreare, almeno per qualche
istante, quei dialoghi quotidiani e familiari che in tempo pace passavano a
volte inosservati. I soldati chiedono della famiglia e degli amici, ma anche
del raccolto, della siccità, della vendemmia cui, ancora una volta, non
potranno partecipare, “ma quando torneremo…” Proprio quel “quando” diventa
spesso una parola cardine, ansimante di paura e di speranza, perché significa
sia “nel momento in cui” saremo a casa, sia “se riusciremo davvero” a tornare a
casa. E una piccola parola fa risuonare tutti gli echi di una grande Guerra.
Quando i soldati
al fronte si siedono a scrivere una lettera, sembra che, almeno in quei pochi e
brevissimi istanti, tutto si fermi con loro, anche la guerra. Sanno che ogni
parola non è solo un insieme di segni, ma un sentimento che non si sporca di
fango e di sangue, che cammina più in alto delle pallottole e del filo spinato
e che vola , splendido, verso casa. Quella stessa casa che ogni soldato
conserva geloso dentro la bisaccia del cuore.
Autrice del
libro è Paola Chiesa. Nata a
Canevino, in provincia di Pavia, è docente di Lingua-Letteratura italiana e
Storia negli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore. Oltre una profonda
preparazione, a lei va senza dubbio riconosciuto il merito di saper
raccogliere, organizzare e presentare, come in questo caso, preziose fonti
storiche e umane.
“LETTERE DAL FRONTE DI SOLDATI LOMBARDI” di Paola Chiesa, Guardamagna Editori in Varzi.
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