Uomini veri dalla pelle
rossa
E' davvero possibile fermare il tempo
e magari rivoltarlo, andando a toccare con mano la storia di un uomo, di un
popolo, di un'era? Forse sì. Ce lo dicono queste bellissime pagine intrise di
avventura, di sentimento, di storia. Sembra veramente un caso voluto dal Fato,
da Dio o dal “Grande Spirito” degli Sioux che, in un caldo giorno del 1964, un
medico italiano debba fermarsi a fare benzina in una stazione di rifornimento
americana. Attorno a essa non c'è granché. Solo boschi, colline e la strada. Al
suo interno invece lo aspetta il cancello dorato di un incontro capace di
cambiare la vita, la mente, l'anima. A gestire il piccolo bar della stazione c'è
Vera, enigmatica e affascinante donna. Decisa, pronta, un po' bruciata dalla
vita, guarda passare i suoi giorni facendo gli stessi, abituali gesti e
salutando le poche persone, per lo più sconosciute, che, di passaggio, entrano,
bevono e vanno via. Anche Jacob Lavis, legato a Vera da un affetto fraterno,
pare proprio far parte di quel piccolo tutto in quel piccolo mondo. E così, da
una conoscenza improvvisa e inaspettata, il medico viene a spere che c'è
qualcuno capace di raccontare una storia vera: il vecchio Mato Ska, uno degli
ultimi Sioux. L'anziano però non solo vive tra i boschi ed è malato, ma anche è
fortemente restio a incontrare gente nuova. Certo, un buon medico non poteva
sottrarsi a ciò che fosse giusto fare. Con Jacob lo raggiunge, lo cura e diviene
suo amico. e proprio in virtù di eamicizia che Mato Ska apre il suo cuore
e la sua memoria, libro profumato di ricordi e forte come le onde di un mare
che ruggisce, a chi ritiene degno di ascoltarlo. Così prende forma la narrazione entusiasmante di
una vita diversa, passata tra altre persone, tra altre guerre, tra altri mondi.
è il racconto della sua gente, quella dalla pelle rossa, fatta di uomini quasi
uguali a quei “visi pallidi” che, quasi precipitati da chissà dove nelle loro
terre, avevano preso, sparato, conquistato. Il volume non vuole essere una
limitata e scontata apologia. Anzi, ci regala tutti gli eventi di storie di
vita, d'amore, di lealtà. Attraverso le parole di Mato Ska riprendono vita quei
personaggi antichi, epici eroi di una cultura forse lontana, ma esemplare e
accattivante. Eccolo ricordare e spiegare le usanze, le battaglie, le speranze
e i desideri di persone appartenenti a una realtà particolarissima, fatta di
accampamenti e di saggezza. L'elemento del passato si incastona perfettamente
con il presente. La storia di Mato Ska si intreccia con quella del medico, con
quella di Vera e, paradossalmente, con la sua. Come un fuoco che ipnotizza, il
vecchio indiano parla e, senza saperlo, si trova testimone anche di ciò che
accade agli altri personaggi. Ecco allora che le prole antiche fanno da colonna
sonora a un amore, a un inaspettato ritrovamento e a tantissime altre cose.
Dalla trama certamente ben strutturata, il romanzo si dipana con una prosa
scorrevole, mite e piacevole, ben capace di presentare il vorticoso
susseguirsi di avvenimenti, mai prevedibili, mai scontati. Autore di questo
romanzo è Giuseppe Franco Agoni. Già presente in questa rubrica con i romanzi
“Il nido dello scorpione” e “Il ragazzo dagli occhi di cielo” è una persona
decisamente eclettica. Ha visitato numerosi Paesi dall’Oriente all’Occidente.
Attualmente vive a Rivanazzano e al suo attivo vanta numerosi romanzi.
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