Giuan
al mat
A
Pavia ci sono due fiumi. Uno, il Ticino, l'altro, quello formato dai pavesi e
dalle loro vite. E se il primo scorre silenzioso e testimone, il secondo invade
le strade e le allaga di voci, di volti, di storie. E’ uno scorrere impetuoso e
imponente, ma benevolo e invitante, le cui acque sono formate da tante gocce
colorate e diverse. Alcune di esse inevitabilmente si notano prima di altre.
Forse perché più brillanti, forse solo perché rispecchiano la voce della
semplicità che ci regala questo bel volumetto, vera e propria
passeggiata in una Pavia di cento anni fa quando nelle sue strade si
incontravano quotidianamente personaggi come ´Giuan al mat. Lui, che matto non
lo era mai stato, fu una delle figure più caratteristiche di quel tempo. Figlio
di un garibaldino, dal genitore aveva preso certamente il coraggio e lo spirito
d'iniziativa. Osservando la gente che lavorava, capiva quale potesse essere il
bisogno: cibo pronto, caldo e a buon prezzo per una pausa pranzo gustosa e
rasserenante. Eccolo allora vendere in ´Piasa Granda' polenta e merluzzo o polenta
e ´sarach. Il successo? Immediato. Sia per la capacità di cucinare, sia per
quella di piacere alle persone, non solo i lavoratori, ma anche le massaie
ricorrono a lui per risolvere, con gusto e comodità, il problema del pranzo.
Lui conosce tutti e tutti conoscono lui. Così, quando decide di cambiare
attività, la sua già affezionata clientela lo segue in tutte le sue avventure:
venditore di frutta e di verdura in piazza o, mascherato da donna, di coriandoli,
trombette e stelle filanti durante il periodo del Carnevale. Sempre con al
seguito i suoi clienti, vecchi e nuovi, ormai affezionati a questa
imprevedibile e piacevole persona. Attorno a ´Giuan ruota tutta una serie di
altre figure caratteristiche, tipicamente pavesi, riconoscibili dai loro
soprannomi. Come il ´Ricam', così detto per i segni lasciati sul viso dal
vaiolo, o il ´Tamordi ( ti mordo) che aveva fatto di un suo intercalare una
vera e propria identità. Pe non parlare poi dell'affascinate e malinconica
figura del ´Prufesur dla carta': laureato in lingue, discendente di una
famiglia benestante e colta, non riesce ad affermarsi e si vede costretto, per
tirare avanti, a raccogliere carta per rivenderla ai bottegai. E che dire
dell'ormai leggendario ´Papetti, " 'l ciapa can" che, accalappiacani del comune,
una volta, stupito dallo strano modo di abbaiare di un cane appena catturato,
si accorge, con calma, che si tratta di una pecora. Questi sono solo alcuni dei
gustosi e a tratti geniali personaggi che vengono dipinti e raccontati in queste
pagine. Autore del volume è Agostino Faravelli. Appassionato di Pavia e dei suoi
dialetti, vanta numerose collaborazioni con le principali riviste goliardiche
presso il teatro Fraschini. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e di
prose, in italiano e in dialetto.
Giuanal mat
di A. Faravelli, Libreria De Bernardi, Pavia
Nessun commento:
Posta un commento