sabato 14 settembre 2013


Intitolazione di una sala a Gianni Brera

 
Il tramonto dalla incantevole terrazza del palazzo "Bellavista" di Stradella, dove si è svolta la serata.

 

 

L’anima letteraria (e non solo) di Gianni Brera profuma ancora e sempre, con le sue parole scritte e dette, la pianura e la collina. E a fare cornice di questa eco tutta breriana ci ha pensato quel magnifico posto che è il Palazzo Bellavista di Montebruciato, ad appena una virgola da Stradella. Struttura originaria del Settecento, è stata da poco ristrutturata mantenendo ed esaltando i canoni architettonici del tempo. Così, tra una sala dedicata ad Agostino De Pretis e un’altra a Mariano Dallapè, non poteva mancare l’intitolazione del salone maggiore al principe di “Pianariva”. Così, Brera amava romanzare il nome del suo paese. La sala “Gianni Brera” infatti lo rispecchia pienamente: luminosa, schietta, ospitale. I bravissimi “colpevoli” di questa bella serata sono facilmente individuabili. Si tratta del “Circolo culturale LA BARCELA”, del “Sodalizio della Zuppa alla Pavese e dell’alborella”, dell’”Associazione Il Parco Vecchio” e dell’ A.N.I.O.C. (Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche, presieduta da Maurilio Ravazzani). Sotto la guida di Gigi Rognoni, colonna delle due prime associazioni, l’evento è stato programmato, organizzato, ma ancora prima, sognato. E come tutti i sogni belli che vedono la loro fine nella concretezza, il tutto si è realizzato nel migliore dei modi. “ La serata non solo è stata positiva e coinvolgente” dice Rognoni “ma ha segnato ancora una volta il traguardo raggiunto dalle nostre associazioni che si adoperano, con passione e con impegno, a valorizzare ciò che il nostro Territorio ci regala. Dalla tavola alla cultura.” Giuste, le parole del Presidente. Anche perché l’evento è stato un felice connubio di tradizioni e di letteratura, come spesso accade nelle terre pavesi. Tra gli ospiti, personalità illustri come il vicesindaco di Pavia Matteo Mognaschi, i coniugi Jacovozzi (Da Hildesheim, città tedesca gemellata con Pavia) delegati dal Consolato per i Gemellaggi Internazionali, il sindaco di Stradella Pierangelo Lombardi, quello di Canneto Francesca Panizzari, il sindaco di Alagna Riccardo Ferrari e il Capo della Polizia di Stradella. Non potevano mancare la presenza e il prezioso intervento di Franco Brera, figlio del grande giornalista. “Anche Gioann, sarebbe stato contento stasera” ha asserito Franco Brera, salutando gli invitati. La serata ha avuto inizio con il taglio del nastro che ha inaugurato il salone. Claudio Macchia, ideatore e artefice di questa struttura dice che “La serata è stata emozionante. Il  Bella Vista si impreziosisce con personaggi come Brera. Ringrazio le associazioni che portano a vanti il ricordo di chi fa vivo l’essere della nostra terra.  Abbiamo celebrato una sorta di “altro battesimo” di questo bel locale” Continua Macchia: “Ringrazio  mio suocero Gianmario Cassini e mia moglie Michela che mi hanno incoraggiato in questa avventura, insieme con la professionalità della CORTE PAVESE banqueting che ha in gestione il Palazzo Bellavista. La cucina di Gigi e Cristina Perinetti è sempre il nostro fiore all’occhiello.” Conclude Macchia: “Sarebbe bello trovarci ogni anno, affinché questo luogo sia un punto di partenza dalle colline a Brera, al mondo intero.”  E questo è ciò che stanno facendo le associazioni organizzatrici della serata. A Tale proposito Gigi Rognoni ribadisce: “ Il nostro territorio e la sua storia non sono un limite, ma un vero e proprio serbatoio di avventure volte verso l’esterno e pronte per essere vissute da noi e da tutti gli altri.” Paladino della Pavesità, Rognoni ha le idee ben chiare: “Bisogna partire da noi, per essere pronti ad andare lontano.” Durante la serata è stato anche presentato il volume “Un uomo chiamato Gioànn, aneddoti breriani”. Autore di questo bel libro è Lino Veneroni. Scrittore affermato in Italia e all’estero, ci regala, con la sua prosa piacevole e sottile, un Gianni Brera diverso e tutto umano, come era a tavola, tra gli amici, a caccia o a casa di chi gli ha voluto bene. Ecco allora che il grande giornalista lascia il passo all’uomo, quell’uomo che, come tutte le persone fortunate e felici, ha avuto la possibilità di inciampare nelle cose semplici e in tutto il loro valore. A suggellare la presentazione, la bella poesia scritta e recitata da Fabrizio Lana. I suoi versi compaiono in calce al volume e ben ritraggono, specchio segreto e un po’ sfacciato, il volto e l’anima di Gioànn. Così, tra cultura, tradizione e sorrisi, il passato, il presente e il futuro guardano assieme le stelle dell’Oltrepò. E non hanno paura a dire che, in fondo, la vita è bella.

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